Impianti di allarme, i 7 falsi miti da conoscere prima di acquistare
Prezzi sempre più alla portata di tutti per tecnologie d’avanguardia (come il nebbiogeno), importanti detrazioni fiscali (come abbiamo visto), una sensazione di insicurezza diffusa…
Le ragioni che hanno portato alla diffusione sempre più capillare di impianti antifurto e sistemi di sicurezza (per abitazioni, negozi e altre strutture pubbliche e private) sono tante, diverse, e tutte valide.
Oggi come oggi, poi, è aumentata anche la consapevolezza delle persone che scelgono di installare un allarme: il passaparola è diventato più semplice grazie ai social network, le schede tecniche si possono trovare facilmente su internet e anche il sistema di recensioni è molto valido (e molto utilizzato).
Nonostante le possibilità di informarsi siano sempre più numerose e accessibili, però, ci sono ancora alcune convinzioni che riguardano i sistemi di allarme che sono dure a morire.
Per questo abbiamo voluto raccogliere sette tra le domande e le affermazioni che abbiamo sentito più spesso nel corso della nostra esperienza ultradecennale come installatori di sistemi di sicurezza, a cui corrispondono altrettanti “falsi miti” da sfatare sugli allarmi.
Andiamo a scoprirli insieme: magari c’è anche quello che avete sempre ritenuto valido anche voi 😉
L’antifurto chiama direttamente le forze dell’ordine
Non è vero, a meno che non sia stato impostato per farlo, e anche in questo caso non è sufficiente: affinché i Carabinieri escano a dare un’occhiata è infatti necessario essere iscritti a un’apposita lista, previa presentazione di una richiesta di collegamento al 112.
Per farlo bisogna compilare questo modulo e consegnarlo al Comando di Stazione della propria zona, allegando il certificato di omologazione dell’antifurto e indicando:
- nome e cognome del richiedente
- ubicazione esatta dell’edificio “allarmato”
- numero telefonico
- descrizione del messaggio registrato di “allarme”
- nominativo e indirizzo di uno dei possessori delle chiavi
Se viene a mancare anche solo una di queste condizioni non è possibile mandare avanti la richiesta di controllo alle autorità in caso di suono dell’antifurto.
Chi si affida a Marvin System per l’installazione del proprio allarme può contare sulla nostra esperienza in questo genere di attività e sul nostro supporto nell’avanzamento della richiesta.
Per agevolare l’attività dei Carabinieri è importante che chi riceve un messaggio di allarme faccia da filtro, e grazie alle tecnologie di sicurezza più recenti questo è facilmente possibile.
Gli impianti più moderni, infatti, sono in grado di indicare non solo che è scattato un allarme, ma anche quante e quali zone sono state violate. I Carabinieri chiedono di essere contattati per una verifica solo quando si attivano gli allarmi di due o più zone nel giro di poco tempo.
Questa situazione è infatti indice di un probabile tentativo di intrusione, mentre l’attivazione di una zona sola in genere è dovuta a un falso allarme (come una finestra dimenticata aperta) o a un malfunzionamento.
Grazie alla collaborazione di chi riceve l’allarme, invece, i Carabinieri possono avere un’idea più chiara rispetto alla situazione che potrebbero trovarsi davanti, e arrivare preparati ad affrontarla.
Se i ladri tagliano i fili l’antifurto non funziona
Ormai è falso. Se è vero infatti che in passato bastava tagliare il filo giusto per mettere un antifurto fuori uso, oggi i modelli di ultima generazione sono in grado di “riconoscere” il taglio dei cavi (e addirittura l’apertura delle apparecchiature e perfino il tentativo di scasso) anche quando l’impianto è disinserito.
In questi casi parte tempestivamente il segnale di pericolo che è stato impostato, e con le notifiche via telefono, SMS, push e mail è facile anche per noi accorgerci subito se qualcosa non va per attivare tutte le contromisure del caso.
Disattivare un antifurto è facile (per i ladri)
Questo non è sempre vero, anzi: diventa ogni giorno più difficile!
Ma la “leggenda metropolitana” resiste, alimentata dal racconto dei colpi più clamorosi che vengono messi a segno, per esempio a danno dei caveau delle banche o dei musei più protetti.
Tanti sono portati a pensare che, se un ladro riesce a entrare in luoghi così e a farla franca, è ancora più facile che il colpo vada a segno quando non c’è un antifurto particolarmente sofisticato a contrastarlo.
Sicuramente per un ladro è più semplice mettere fuori uso un sistema “fai da te” messo in piedi con qualche telecamera IP piuttosto che superare la guardia dei modelli meglio sviluppati e attrezzati, che oggi costano solo poche centinaia di euro (e sono detraibili).
Senza contare che esistono sistemi – come l’antifurto nebbiogeno – praticamente perfetti, efficaci quasi nel 100% dei casi e capaci di far perdere al ladro una delle cose più importanti per lui, anzi due: il tempo e la fiducia nei propri mezzi.
L’antifurto suona sempre quando c’è un temporale
In effetti capita spesso di sentire suonare sirene antifurto durante i temporali: a chi non è mai successo?
Questo avviene perché gli eventi meteorologici più intensi portano a degli sbalzi di tensione sulle linee elettriche che fanno andar via più o meno a lungo la corrente.
L’assenza di alimentazione, però, è anche una delle ragioni per cui le centrali antifurto entrano in allarme: i modelli più datati, infatti, interpretano questo come un segnale di “manomissione in corso”.
In realtà, però, i migliori antifurto sono in grado di riconoscere questi eventi e filtrare i “falsi allarmi” (dovuti ai temporali) da quelli reali, frutto di tentativi di intrusione.
Questo è vero in particolare per quegli allarmi antifurto che vengono sottoposti periodicamente alla manutenzione programmata, necessaria (tra le altre cose) per verificare il buon funzionamento degli accumulatori ed evitare che l’antifurto “impazzisca” a causa dei temporali.
Un antifurto senza corrente elettrica non funziona
E’ falso anche questo, e il merito è – ancora una volta – dei già citati accumulatori: i migliori impianti antifurto sul mercato, infatti, hanno un’autonomia che arriva fino a 48 ore senza la corrente! Tutto questo a patto che siano perfettamente funzionanti e periodicamente verificati da un installatore, naturalmente.
In ogni caso, tutte le nostre centrali antifurto da noi installate possono essere programmate per segnalare la situazione di criticità attraverso una notifica Push, SMS, l’invio di una e-mail o una telefonata. Lo stesso tipo di notifica viene inviato anche quando torna la corrente, in modo che la persona possa avere sempre la situazione sotto controllo e viverla con serenità anche se si trova lontano da casa.
Gli antifurto suonano sempre per errore – e mai quando serve
Questo punto può sembrare un “riassunto delle puntate precedenti”, e c’è sicuramente una grossa componente di verità nella frase: è quella rappresentata da chi ha scelto di dotarsi di antifurti di scarsa qualità, oppure che non sono stati installati a regola d’arte, o ancora (come abbiamo già visto) quando non vengono effettuate le manutenzioni periodiche programmate.
Il vero nemico della sicurezza, prima ancora dei ladri, è la scarsa attenzione data ad aspetti come questi, sia in fase di scelta che una volta che l’antifurto è stato messo in opera.
Nessuno ascolta più gli antifurto
Se è vero che – specialmente per i motivi che abbiamo visto sopra – di antifurto se ne sentono suonare tanti, e tanti di più in zone molto urbanizzate è altrettanto vero che quando sentiamo un antifurto che non ha mai suonato viene ancora istintivo pensare che stia succedendo qualcosa, e dare un’occhiata.
Il vero valore di un antifurto, peraltro, non è tanto nel saper catturare l’attenzione di chi passa di lì: il rumore assordante, superiore a 110 DB, serve infatti a disorientare il ladro, che quando sente una sirena suonare sa anche di avere i minuti contati e quindi tende ad affrettare la propria fuga.
Tutt’altro che inutile, insomma…
Si chiude qui la nostra carrellata dei “falsi miti” più comuni che riguardano gli antifurti, ma di certo non abbiamo esaurito tutte le vostre domande e curiosità rispetto ai sistemi di allarme e di sicurezza. Se volete saperne di più continuate a seguirci su Facebook, oppure contattateci usando il tasto “Richiedi Informazioni” quì sotto.